MabThera a base di Rituximab nel linfoma follicolare, linfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B, leucemia linfocitica cronica, artrite reumatoide, vasculiti e pemfigo volgare
MabThera, il cui principio attivo è Rituximab, è un medicinale usato per il trattamento dei tumori ematologici e delle condizioni infiammatorie: • linfoma follicolare e linfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B ( due forme di linfoma non-Hodgkin ); • leucemia linfocitica cronica ( LLC, leucemia linfatica cronica ); • artrite reumatoide grave ( una condizione infiammatoria delle articolazioni ); • due condizioni infiammatorie dei vasi sanguigni note come granulomatosi con poliangite ( GPA o granulomatosi di Wegener ) e poliangite microscopica ( MPA ); • pemfigo volgare da moderato a grave, una malattia autoimmune caratterizzata da diffusa eruzione cutanea con vescicole, erosione della cute e delle mucose.
A seconda della condizione da trattare, MabThera può essere somministrato in monoterapia o in associazione alla chemioterapia, al Metotrexato o a un corticosteroide.
MabThera è somministrato per infusione in vena. I pazienti con tumori ematologici
possono passare a un’iniezione sottocutanea dopo avere ricevuto una dose completa dell’infusione.
Prima di ogni infusione o iniezione il paziente deve ricevere un antistaminico ( per prevenire reazioni allergiche ) e un antipiretico ( un medicinale contro la febbre ). A seconda della condizione da trattare, i pazienti possono assumere anche altri farmaci.
MabThera deve essere somministrato sotto la stretta sorveglianza di un operatore sanitario esperto e in un ambiente in cui siano immediatamente disponibili strutture per la rianimazione.
Il principio attivo di MabThera, Rituximab, è un anticorpo monoclonale concepito per legarsi a una proteina denominata CD20, presente sui linfociti B. Quando Rituximab si lega a CD20, causa la morte dei linfociti B, apportando beneficio nel caso di linfoma e di leucemia linfocitica cronica ( dove i linfociti B sono diventati tumorali ) e dell’artrite reumatoide ( dove i linfociti B contribuiscono all’infiammazione delle articolazioni ).
Nel trattamento di GPA e MPA, la distruzione dei linfociti B riduce la produzione
degli anticorpi, che si ritiene contribuiscano in modo determinante ad attaccare i vasi sanguigni e a causare l’infiammazione.
Studi clinici
Gli studi clinici hanno dimostrato che MabThera è efficace nel trattamento delle condizioni per cui è stato approvato.
In uno studio sul linfoma follicolare condotto su 322 soggetti, i pazienti trattati con MabThera in associazione alla chemioterapia hanno vissuto in media 25,9 mesi senza che la malattia ricomparisse, contro i 6,7 mesi dei pazienti trattati con la sola chemioterapia.
br>
In uno studio su MabThera somministrato in monoterapia ( 203 pazienti ), il 48% dei pazienti affetti da linfoma follicolare, i quali erano stati trattati senza successo in precedenza, ha mostrato una risposta a MabThera.
In uno studio di mantenimento in pazienti in cui il linfoma follicolare era ricomparso dopo il
trattamento precedente, i soggetti trattati solo con MabThera hanno vissuto in media 42,2 mesi senza che si osservassero segni di peggioramento della malattia, contro i 14,3 mesi dei pazienti non-trattati con il medicinale.
Uno studio di mantenimento nei pazienti non-trattati in precedenza aveva evidenziato che la possibilità che la malattia peggiorasse si riduceva del 50% per i pazienti ai quali era somministrato MabThera.
In uno studio su 399 pazienti affetti dal linfoma diffuso a grandi cellule B, i soggetti sottoposti a trattamento con MabThera in associazione alla chemioterapia hanno vissuto in media 35 mesi senza segni di peggioramento della malattia o senza bisogno di modificare la terapia, rispetto ai 13 mesi dei soggetti trattati con la sola chemioterapia.
In uno studio su 817 pazienti affetti da leucemia linfocitica cronica, i soggetti che non erano stati trattati in precedenza hanno vissuto in media 39,8 mesi senza che vi fossero peggioramenti della malattia se sottoposti a una terapia con MabThera in associazione alla chemioterapia, rispetto ai 32,2 mesi dei pazienti trattati con la sola chemioterapia. Tra i pazienti la cui malattia era ricomparsa dopo un precedente trattamento, quelli trattati con MabThera hanno vissuto 30,6 mesi senza peggioramenti della malattia, rispetto ai 20,6 mesi dei soggetti in sola chemioterapia.
In uno studio su 517 pazienti affetti da artrite reumatoide, MabThera è risultato più efficace del placebo: il 51% dei pazienti che ha assunto MabThera ha manifestato un miglioramento dei sintomi, rispetto al 18 % dei pazienti trattati con placebo.
In uno studio su 198 pazienti affetti da GPA o MPA, il 64% dei soggetti a cui era stato
somministrato MabThera ha presentato una remissione completa dopo 6 mesi, rispetto al 55% di quelli trattati con Ciclofosfamide.
Un secondo studio su 117 pazienti ha esaminato la percentuale di pazienti la cui patologia era ricomparsa entro 28 mesi. Dallo studio è emerso che solo il 5% dei pazienti trattati con MabThera ha manifestato una ricaduta, rispetto al 29% dei pazienti trattati con Azatioprina.
In uno studio su 90 pazienti di nuova diagnosi affetti da pemfigo, MabThera in associazione a Prednisone ( un corticosteroide ) è risultato più efficace rispetto al solo Prednisone per trattare le lesioni cutanee.
Dopo 2 anni di trattamento, il 90% dei pazienti trattati con MabThera e a breve
termine ( fino a 6 mesi ) con Prednisone aveva ottenuto la remissione completa ( epitelizzazione della cute e delle mucose e assenza di lesioni nuove ) dopo aver arrestato il Prednisone per 2 mesi o più, rispetto al 28% dei pazienti trattati con il solo Prednisone.
Reazioni avverse
Gli effetti indesiderati più comuni associati alle infusioni endovenose di MabThera sono reazioni connesse all’infusione stessa ( come febbre, brividi e tremori ), mentre tra gli effetti indesiderati più gravi si osservano reazioni all’infusione, infezioni e problemi a carico del cuore. Simili effetti indesiderati sono osservati quando MabThera è iniettato per via sottocutanea, fatta eccezione per le reazioni al sito di iniezione ( dolore, gonfiore ed eruzione cutanea ) che si verificano con maggiore frequenza nel caso di somministrazione sottocutanea.
MabThera non deve essere usato in soggetti ipersensibili ( allergici ) a Rituximab, alle proteine murine o a uno qualsiasi degli altri ingredienti, o in pazienti con una grave infezione in atto o il cui sistema immunitario è gravemente indebolito.
La formulazione di MabThera per uso sottocutaneo, inoltre, non deve essere usata nei pazienti allergici a una sostanza chiamata ialuronidasi.
I pazienti con artrite reumatoide, GPA, MPA o pemfigo non devono assumere MabThera se affetti da gravi problemi cardiaci.( Xagena2020 )
Fonte: EMA, 2020
Emo2020 Onco2020 Reuma2020 Dermo2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Modelli di progressione dopo inibitori del checkpoint immunitario per il linfoma di Hodgkin: implicazioni per la radioterapia
Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) hanno dimostrato tassi di risposta notevoli nel linfoma di Hodgkin ( HL...
Rischio di cancro al seno a lungo termine nelle sopravvissute a linfoma di Hodgkin trattate con Doxorubicina
Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...
Brentuximab Vedotin più regime AVD per il trattamento di prima linea del linfoma di Hodgkin sfavorevole in stadio iniziale: studio BREACH
La prognosi dei pazienti con linfoma di Hodgkin sfavorevole allo stadio iniziale rimane insoddisfacente. Sono state valutate l'efficacia e la...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Esposizione ottimale alla Fludarabina per esiti migliori dopo la terapia con Axicabtagene ciloleucel per il linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo
La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...
Brentuximab vedotin con Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina per il linfoma di Hodgkin correlato all'HIV in stadio II-IV
Brentuximab vedotin ( Adcetris ) in combinazione con Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina ( regime AVD ) è approvato nella terapia...
Immunoterapia a base di Nivolumab associato a Brentuximab vedotin, un anticorpo monoclonale anti-CD30, nei pazienti recidivanti con linfoma di Hodgkin classico già sottoposti a trapianto autologo
In alcuni pazienti il linfoma di Hodgkin può non-rispondere al trattamento iniziale o ripresentarsi dopo un’apparente risposta poco tempo dopo...
Pembrolizumab più Vorinostat induce risposte nei pazienti con linfoma di Hodgkin refrattario a precedente blocco di PD-1
Uno studio di fase 1 ha valutato l’aggiunta di Vorinostat ( Zolinza ) a Pembrolizumab ( Keytruda ) nei pazienti...
Ibrutinib più RICE o RVICI per linfoma non-Hodgkin maturo a cellule B recidivato / refrattario in bambini e giovani adulti: studio SPARKLE
I risultati della Parte 1 dello studio globale di fase 3 SPARKLE, in aperto, randomizzato, supportano la valutazione continua di...